STORIA

 

Alla fine del XVI sec., nel corso di una grave epidemia di peste, diversi devoti lancianesi, vedendo che nelle campagne e, talvolta, anche in città, molti defunti poveri rimanevano insepolti, cominciarono a dare una cristiana sepoltura a chi moriva in povertà, accompagnando liturgicamente i loro cadaveri e suffragandoli con il sant’uffizio della messa.

Si assolveva così l’impegno della prima Compagnia Confraternale di “gentiluomini” lancianesi: i Confratelli “facevano la carità” di portare a spalla i cadaveri di dentro e fuori le mura della città, dalla casa del defunto alla chiesa parrocchiale o ad altra chiesa destinata per l’inumazione. Essi indossavano una tunica nera legata alla vita con un cordone di crine nera e si coprivano la bocca e il naso con un panno bianco perché molti cadaveri, abbandonati per lungo tempo, erano già in via di decomposizione.

 

Col passare del tempo questi decisero di dare vita ad una Compagnia stabile, dato che in quegli anni avevano acquistato sempre più la fiducia e la protezione dei prelati della Diocesi, ma soprattutto l’ammirazione e la gratitudine della popolazione per la loro opera pietosa di dare sepoltura ai defunti e perchè mostravano zelo nella pia pratica dell’orazione e nell’aiuto ai bisognosi. Ebbe così origine la Confraternita della Buona Morte e Orazione in Lanciano, costituita da una Compagnia di “gentiluomini” adoranti l’effigie del Cristo Morto, che ebbe la sua prima sede all’interno della chiesa parrocchiale di San Martino, nel quartiere di Lanciano Vecchia, nella quale rimase per circa tredici anni.

Poiché i Sommi Pontefici concedevano benefici spirituali ed indulgenze, per godere di tali opere, la Confraternita si diede il titolo della “Buona Morte” e si rivolse all’Arciconfraternita della “Morte e Orazione” di Roma, nata con le stesse finalità, per essere ad essa aggregata.

Infatti il Pontefice Pio IV, con la bolla “Divina Providentiale Clementia“, del 17.XI.1560, aveva concesso all’Arciconfraternita di Roma il diritto di fondare ed aggregare altre Confraternite, che, ovunque fondate, avrebbero goduto delle indulgenze e dei privilegi concessi all’Arciconfraternita madre di Roma.

Fu cos’ì che il 25 Maggio dell’anno 1608 la Confraternita venne ascritta all’Arciconfraternita di Roma.

Con il passare degli anni i Confratelli si resero conto che la loro attività poco conciliava con l’operato della parrocchia per cui con le elemosine ed i lasciti acquisiti comprarono un sito nel quartiere del Borgo e vi costruirono una Chiesa dedicandola al Patriarca San Giuseppe protettore della Buona Morte.

Il sito si trovava presso il Convento dei Frati Conventuali, lungo la strada a sinistra verso la porta della città detta di Sant’Angelo, la strada odierna che va dalla chiesa del Miracolo Eucaristico sino a sfociare nel piazzale della Pietrosa.

La richiesta della costruzione della Chiesa fu approvata dall’Arcivescovo Romero il 19.X.1620, mentre il passaggio alla nuova chiesa avvenne, dopo che fu benedetta dall’Arcivescovo Gervasio, il 02. VII. 1622 dove fu traslata la Compagnia della Morte.

 

 

I Confratelli, pian piano, si avvicinarono sempre più con fede e devozione al culto di San Filippo Neri, facendo diventare la Chiesa un Oratorio dedicato a questo Santo ed assumendo un altro fine: quello della vestizione degli ignudi.

Per tutto ciò la Confraternita ottenne un diploma datato 07.I.1777, munito di Regio assenso col quale si aggiungeva  all’originario titolo della “Compagnia della Morte e Orazione” quello di “sotto la protezione di San Filippo Neri”.

Con il passare degli anni, il numero degli iscritti alla Confraternita aumentò notevolmente, ciò contribuì ad incrementare il suo prestigio ed autorità, sin ad arrivare a chiedere il riconoscimento ufficiale alla Corte di Napoli che non mancò di concederlo.

La Confraternita, grazie alle innumerevoli somme di denaro e di beni di cui disponeva a seguito delle numerose donazioni, divenne nella seconda metà del 1700 una realtà non solo religiosa, ma anche economica, per questo si decise di scindere quella religiosa da quella laica, costituendo per quanto riguarda la prima finalità il Sacro Monte dei Morti mentre per la seconda intenzione si costituì il Sacro Monte di Pietà o Frumentario.

La Confraternita si occupò ancora delle tumulazioni e dell’accompagnamento dei cadaveri nelle Chiese fino a tutta la prima metà dell’ 800,  quanto una serie di leggi ed editti stabilirono che le sepolture dovessero essere eseguite esclusivamente nei cimiteri, da questo momento l’Arciconfraternita si dedica maggiormente al culto del Cristo Morto.

Dal 1915 al 1945 l’umanità dovette affrontare, in uno spazio temporale molto breve, due conflitti mondiali con innumerevoli atrocità.

Alla fine della 2° Guerra Mondiale ciò che restava della vecchia chiesa di San Filippo Neri, già San Giuseppe del Borgo, non era altro che un edificio pericolante, così nel 1952, l’Arcivescovo Mons. Benigno Migliorini volendo concedere una collocazione più decorosa ed appropriata alla Confraternita, in modo particolare per il culto tanto sentito dal popolo lancianese nei confronti del Cristo Morto, promulgò un suo decreto il 03. XI. 1952 con cui dispose il trasferimento “in Perpetuo” della Confraternita dalla Chiesa di San Filippo Neri alla chiesa di Santa Chiara, adiacente all’antico e in disuso convento di clarisse; di tale trasferimento fa fede la lapide murata nella parete destra della Chiesa.

Questo trasferimento, però, non si rivelò favorevole per quanto riguarda la vita dell’Arciconfraternita, che affrontò in seguito un periodo di decadenza, con un forte calo nel numero dei confratelli e notevoli difficoltà nel proseguire il culto del Cristo Morto e le tradizioni della Settimana Santa.

Nella vita più recente dell’Arciconfraternita, grazie alla dedizione di tutti coloro che si sono succeduti alla guida del Sodalizio, nonchè dei Confratelli e delle Consorelle , si sono di nuovo rivitalizzate le tradizioni  di culto tralasciate e dimenticate con il passare degli anni, ed oggi, oltre alla organizzazione dei centenari riti della Settimana Santa, la Confraternita opera concretamente nel sociale e nel culturale con una serie di iniziative che si svolgono nel corso dell’intero anno.

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